Month: September 2019

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Will Smith has a brand new acting role, and while we’re thrilled that at least he won’t be painted head-to-toe-blue à la Violet Beuregarde this time, not everyone giddy about the gig. 

On Monday, Variety reported that the 50-year-old will play Richard Williams, as in, father of Venus and Serena Williams, in a new project based on his life titled King Richard. Some critics immediately took issue with the casting because Smith has a much lighter skin tone than Williams. 

Getty Images

“Colorism matters,” tweeted sports columnist Clarence Hill Jr.

Others echoed the sentiment: 

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Another user commenting on the news made reference to Scarlett Johansson. As you’ll recall, the actress drew backlash for her role as Major in Ghost in the Shell (a film based on an anime series) because critics believed the part should have been portrayed by an Asian actor. She was also briefly set to star as a transgender man in the film Rub & Tug before backing out following outrage. 

Smith’s casting calls to mind a similar situation last year, when actress Amandla Stenberg said that she stepped away from the audition process for Black Panther because she didn’t think that, as a lighter-skinned black woman, she was right for the role. 

“These are all dark-skinned actors playing Africans, and I feel like it would have just been off to see me as a bi-racial American with a Nigerian accent just pretending that I’m the same color as everyone else in the movie,” she told CBC. “That was really challenging, to make that decision, but I have no regrets. I recognize 100 percent that there are spaces that I should not take up and when I do take up a space it’s because I’ve thought really, really critically about it and I’ve consulted people I really trust and it feels right.”

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Similarly, Zendaya has spoken of feeling like “Hollywood’s acceptable version of a Black girl” because of her biracial background. “As a Black woman, as a light-skinned Black woman, it’s important that I’m using my privilege, my platform to show you how much beauty there is in the African-American community,” she said last spring at BeautyCon in Los Angeles. “I am Hollywood’s, I guess you could say, acceptable version of a Black girl, and that has to change.”

Erik Svab sale in flash di “Mix isch fix” M10+ la via di Kurt Astner e Christoph Hainz nella falesia di dry tooling nella Grotta di Landro (Dobbiaco, Dolomiti)

Erik Švab, nella "sua" stagione "secca" dedicata al dry tooling (vedi news), ha centrato un’altra salita con la realizzazione, in flash (e senza speroni), di “Mix isch fix” l’M10+.

Proprio da questa ripetizione della via di Kurt Astner e Christoph Hainz nella grotta di Landro (Dobbiaco), Erik Švab coglie l’occasione per presentarci una delle falesie top per il dry tooling in Dolomiti, una Grotta che merita sicuramente una visita.

MIX ISCH FIX IN DOLOMITEN
di Erik Švab

In una delle falesie più conosciute del misto moderno in Dolomiti, la grotta di Landro, si riesce ad arrampicare anche in questo inverno così povero di ghiaccio. Si tratta di una grande cavità con alcune stalattiti ghiacciate dove sono state salite alcune tra le vie più impegnative dell’arco alpino nella disciplina del dry-tooling.

Ci sono tornato dopo tre anni di assenza per provare “La Via è bella” M11 dell’amico Bubu e per vedere come sono le altre vie che non avevo ancora salito. Infatti in questo inverno mi sento in forma e voglio riuscire a trasferire l’allenamento accumulato nella nostra grotta a Trieste anche sulle vie di dry-tooling naturale, ovviamente e sempre senza speroni, continuando per la mia strada a prescindere dalle mode e dalle convenzioni.

Con l’amico triestino Igor Žerjal e due ragazzi sloveni ci siamo recati in grotta di Landro dove Igor è riuscito a salire l’M8+ di “Stille Erinnerungen”, la sua via di misto più difficile finora. Io invece ho fatto un giro di prova su “La via è bella” che ho trovato molto poco adatta al mio stile e sinceramente un po’ troppo marcia.

Invece un altro dei nostri compagni di viaggio – Vili Guček, uno dei migliori arrampicatori sportivi sloveni degli anni passati che ora si è convertito alle varie discipline dell’alpinismo (tra cui anche il misto moderno), ha provato a salire la recente via di Kurt Astner e Christoph Hainz dal nome “Mix isch fix” M10+.

Dopo averlo visto salire e approfittando delle informazioni fornitemi ho pensato di provare a farla nello stile “flash” che bene si adatta all’arrampicata su misto moderno, dove vedendo un altro salire e con un po’ di esperienza si possono ottenere dei bei risultati. Sono partito su questa via strapiombante che a tratti diventa un tetto e dove la mancanza degli speroni si sente eccome.

Dopo qualche incertezza dovuta alla roccia non proprio magnifica, sempre con il timore che qualche aggancio si possa rompere e, con una "acciaiata" mostruosa sull’ultimo strapiombo dove non riuscivo a piazzare i piedi in nessun modo, sono riuscito a spuntarla moschettando la catena dopo 20 metri di fatica bestiale e in un caldo spaziale.

Una bella soddisfazione e probabilmente la prima salita in flash senza speroni di una via confermata e conosciuta che si aggiunge alla lista delle mie salite di questo inverno povero di ghiaccio ma per me ricco di soddisfazioni.

Erik Švab
CAAI – Club Alpino Accademico Italiano

Info Grotta di Landro
La Grotta di Landro si trova sulla strada che congiunge Toblach – Dobbiaco con Cortina d’Ampezzo a circa 3 km da Toblach sulla destra. Si parcheggia sulla strada (attenzione a non lasciare niente in macchina dato che a noi l’hanno svuotata!) e si sale direttamente in 10 minuti alla grotta che è visibile dalla strada. Le vie da sinistra verso destra e seguendo la numerazione della guida di Cappellari sono:
4) Stille Erinnerungen M8+ (allungata M9), 20 m
5) Mix isch Fix M10+, 20 m
6) Fly in the wind M10/10+, 15 m
7) Höllenstein M9, 12 m
8) La via è bella M11, 20 m
9) Collegando La via è bella (in salita) fino in cima e poi scendendo da Mix isch fix nasce un concatenamento di 35 metri con il nome di “Big Ben” e il grado di M12.

Le indicazioni sono tratte dalla nuova guida Ghiaccio verticale di Francesco Cappellari che, aggiornata a dicembre 2006, testimonia oltre 1.200 linee invernali tra ghiaccio e misto, di cascata e in montagna, tenendo anche il passo con le tendenze moderne del dry-tooling. I gradi delle vie citati nell’articolo sono leggermente corretti proprio a causa dell’assoluta novità dell’area descritta. Ringrazio la Grivel, La Sportiva, Montura e KONG per il supporto tecnico.